sabato 16 luglio 2016

Prendiamoci cura di Condove. Insieme.

Il “prendersi cura” è un atto creativo, un gesto che modifica l'esistente generando bellezza. È un atto rivoluzionario che modifica lo scorrere grigio delle cose e che migliora la qualità della vita.
Per molto tempo ci hanno insegnato che la cura del nostro paese spettava “al Comune”, quell’entità quasi astratta a cui, pagando le tasse, competeva consegnarci un luogo pulito, sicuro, transitabile, con qualche attività culturale e di svago, la scuola ed i servizi sociali funzionanti.
Oggi possiamo dire di aver imparato invece che il paese è di tutti e che per questo è giusta e necessaria una collaborazione di ciascuno al buon andamento della comunità. Non solo un gesto civico ma una riappropriazione vera e propria dello spazio della vita quotidiana e una presa di coscienza profonda del luogo in cui si abita.
Mi accade abbastanza spesso, attraversando piazza Martiri di raccogliere di persona oggetti, cartoni della pizza e imballaggi abbandonati a terra, magari proprio in prossimità del cestino dei rifiuti. Ricevo sempre più sovente lamentele verso chi non rimuove la cacca del proprio cane portandolo a passeggio. Ascolto nel mio ufficio molti casi di cattivi rapporti di vicinato e di liti per futili motivi. Constato i costi dell’azione di giovani vandali su beni privati e pubblici, vedo le auto sfrecciare ad eccessiva velocità in paese, parcheggi in sosta vietata o in luoghi dove si provoca intralcio o sullo spazio disabili.
Non è così difficile prendersi cura del proprio paese: usare i cestini della spazzatura, portarsi il sacchetto e raccogliere le deiezioni canine, parcheggiare l’auto magari un po’ più lontano ma in modo corretto, rispettare i limiti di velocità e fermarsi alle strisce pedonali, spostarsi a piedi o in bicicletta, educare i ragazzi al rispetto dei beni pubblici e privati, essere più gentili, mettere i gerani alle finestre, fare del volontariato, aiutare un vicino anziano, malato o in difficoltà, partecipare alla vita e alle iniziative delle associazioni, adottare uno spazio pubblico vicino a casa da mantenere in ordine, rendersi disponibili ad attività sociali, segnalare correttamente alle autorità le violazioni della quiete pubblica. Pensare anche agli altri e rispettarli, insomma: amare il luogo in cui si vive e quindi contribuire nel renderlo bello e accogliente. Tanti già lo fanno, possiamo diventare molti di più.
E’ famosa la frase di John Fitzgerald Kennedy: “Non chiederti cosa il tuo paese può fare per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese”, pronunciata il giorno del suo insediamento alla Casa Bianca, il 20 gennaio 1961. Lui parlava agli americani, facendo leva sull’orgoglio nazionale; noi, un po’ più piccoli, possiamo ugualmente far leva sull’orgoglio di un paese, Condove, che molti di noi hanno scelto proprio perché più vivibile e a misura d’uomo.

Il Sindaco
Emanuela Sarti

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