Quel grande rettangolo verde nel centro al nostro capoluogo,
ormai ex campo sportivo, deve essere restituito in qualche modo alla
collettività. Se non con un utilizzo esclusivamente sportivo, come è stato per
molti anni, sicuramente con funzioni polivalenti, in grado di unire generazioni
e passioni diverse.
La scuola calcio di Condove, dopo la fusione con il
Ferriera, vi ha terminato le proprie attività alla fine degli anni '90: poche
erano le squadre che restavano in Valle, anche per un'ottimizzazione delle
risorse e delle spese che le società dovevano sostenere. Quello che a Condove per
molti anni era stato un luogo frequentato e vivo, è diventato così uno spazio
deserto ed inutilizzato per la maggior parte dei giorni dell'anno: una
proprietà comunale che, pur non essendo più fruita con regolarità, se non per
eventi associativi e culturali, avrebbe comunque bisogno di una manutenzione
costante.
L'utilizzo saltuario di questa struttura ha portato ad alcuni
problemi: l'illuminazione sulle torrette perimetrali spesso da ripristinare,
gli ex spalti in condizioni precarie, gli spogliatoi oggetto di frequenti atti
di vandalismo che hanno portato al loro inutilizzo, l'accessibilità dal Viale
Bauchiero non garantita, per non parlare dell'erba troppo spesso così alta (il
cui taglio è uno dei costi di manutenzione più alto da sostenere) da far
sembrare talvolta il campo un luogo del tutto abbandonato. I costi di gestione
di una struttura in queste condizioni, usata in modo sporadico, oggigiorno sono
insostenibili per un'Amministrazione pubblica ma sono anche smisurati per una
qualsiasi società sportiva che voglia ridare al campo un futuro sportivo;
d'altronde, le squadre presenti in valle si allenano ormai su campi di
costruzione più recente, con spogliatoi e bagni nuovi, spalti sottoposti a
frequenti controlli di sicurezza, in posizioni raggiungibili più agevolmente,
con ampi parcheggi a disposizione, e magari anche un bar all'interno della
struttura. Nel corso degli ultimi anni, non sono quindi più pervenute richieste
di utilizzo del campo a fini sportivi e i bandi di gestione sono andati
deserti.
Ma per arrivare ad un nuovo ruolo di questo spazio,
strategico perché collocato nel cuore del paese, la nostra Amministrazione è
convinta che la comunità debba sentirsi coinvolta in una riprogettazione
attraverso un processo di condivisione. Con l'anno nuovo partiranno così una
serie di incontri pubblici di progettazione partecipata, con lo scopo di capire
assieme ai nostri concittadini quali funzioni potrebbe riavere quest'area così
centrale e quali nuovi spazi possano essere restituiti alla collettività
affinché il vecchio campo sportivo possa diventare un nuovo ed importante punto
di aggregazione. Vi invitiamo a seguire gli aggiornamenti e partecipare agli
incontri, per portare il vostro contributo al futuro di una Condove ancora più
bella e a misura di tutti!
Una lunga storia gloriosa
Frutto
del “capitalismo illuminato” del Cavalier Bauchiero e di quel progetto
urbanistico che dalla Moncenisio, negli anni '30, portò alla creazione di
numerose strutture pubbliche, dalle Cà Neire, ai bagni, all'ambulatorio, il
campo sportivo troneggia al centro del paese ed è il punto di incontro delle
tre vie principali di Condove.
Durante
gli anni del Fascismo, il campo vide trionfare lo sport, complice
l'idealizzazione della forza fisica e dell'agonismo, tipica del regime. Le
squadre di Condove, in questo periodo, erano addirittura più di una: e così,
accanto alla U.S.C.O.M. (Unione Sportiva Condovese Officine Moncenisio), i cui
atleti divennero i beniamini condovesi, nacquero i gruppi sportivi fascisti del
Gil e del Coni.
Durante
gli anni difficili della guerra, i palloni cedettero il passo alle spighe di
grano ed il campo sportivo divenne un grande orto sociale, ma dopo la
Liberazione, tuttavia, la voglia di superare la morte ed il terrore, portò alla
fondazione di una nuova squadra di calcio, che nacque con l'aiuto economico
della Moncenisio. I “gialli” (dal colore delle maglie indossate) divennero il
vero e proprio orgoglio di Condove: ogni domenica gli spalti si riempivano di
centinaia di tifosi, che esultavano alle gesta di atleti come Giorgio Ferraris,
Attilio Castellan, Sergio Lorigiola, Franco Maffiodo – capitano della squadra –
Guido Fossati, Giorgio Pautasso, Corrado Maffiodo, i fratelli Perino, Aldo
Ferraris, Giuseppe Giverso, Giuseppe e Pierino Pesce e Sergio Gontero. Particolarmente
tifosi erano i ragazzi delle “Cà Neire”, in eterno contrasto con e “Villette”
degli impiegati, su Via Gramsci. Ma, almeno per quanto riguardava la formazione
della squadra non vi era proprio gara: la maggior parte delle prestigiose
maglie gialle della squadra, infatti, sventolava lavata ai balconi delle Case
Operaie.
La
squadra ebbe buonissimi risultati fino al 1955. Successivamente, il C.S.I.
(Centro Sportivo Italiano, di ispirazione cattolica) portò su quello stesso
campo diverse discipline sportive, dal podismo, al lancio del peso del
giavellotto. Per molti anni Franco Leccese si fece allenatore e paladino della
gioventù sportiva condovese.
Nessun commento:
Posta un commento